C​he competenze deve avere un coach per non temere l’impatto dell’AI?

di Flaminia Fazi

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando numerosi ambiti, incluso il coaching. Rappresenta senza dubbio una grande opportunità, ma anche una sfida che richiede una riflessione profonda.

L’AI è uno strumento potente, che democratizza l’accesso al coaching, grazie alla capacità di offrire un supporto comportamentale efficace, che produce risultati tangibili spesso comparabili a quelli ottenuti con un coach umano. L’algoritmo viene addestrato per eliminare pregiudizi umani inconsci, prevenendo comportamenti discriminatori, a favore di un contesto psicologicamente sicuro. Questo sistema, per quanto utile, rimane tuttavia standardizzato e replicabile, limitandosi a seguire schemi predefiniti che non tengono conto dell’unicità e delle molteplici sfumature individuali.

Esiste una linea di confine che l’AI non può attraversare: la capacità di creare una connessione umana autentica e significativa

Un coach esperto sa leggere tra le righe, cogliere sfumature emotive e intuizioni non verbalizzate, creando per il suo coachee un percorso personalizzato e dinamico. La sua presenza favorisce la connessione empatica, la costruzione di fiducia e un ambiente sicuro in cui esplorare profonde trasformazioni. Qualità e competenze prettamente umane, che si fondano nella nostra costituzione neurobiologica e che non possono essere sostituire da una macchina.

Coaching trasformativo: quando l’AI supporta, ma l’umanità fa la differenza

Per rimanere rilevanti, i coach professionisti devono spingersi oltre la semplice applicazione di modelli standard, e investire nella capacità di essere creativi, di generare nuove possibilità, e di affrontare le complessità emotive e sistemiche che un algoritmo non può davvero comprendere, né tanto meno replicare. Facilitare un coaching sistemicotrasformazionale e generativo significa saper integrare strumenti innovativi, inclusa l’AI, sintetizzandoli con creatività e fluidità per adattarli al contesto unico del cliente e alle sue esigenze specifiche.

Questo approccio focalizzato sul sistema persona, rende ogni intervento di coaching umano unico e distintivo rispetto a qualsiasi soluzione proposta dall’AI, che resta un valido supporto per accelerare processi e facilitare certe dinamiche. Le “Application Types” ad esempio, si riferiscono alle diverse modalità in cui l’IA viene utilizzata nel coaching, e ne riflettono l’uso sia come strumento di supporto per i coach umani, automatizzando compiti e analizzando dati, che come servizio di coaching erogato direttamente ai clienti attraverso chatbot, sistemi di feedback e piattaforme interattive.

Integrazione etica dell’IA nel coaching: il framework ICF

L’International Coaching Federation (ICF) ha sviluppato un framework per garantire l’integrazione responsabile dell’AI nel coaching. Un uso dell’AI guidato da standard come quelli ICF può massimizzare i benefici migliorando l’esperienza e supportando clienti e coach con trasparenza, sicurezza dei dati e strumenti di crescita autonoma.

Il framework ICF è suddiviso in sei domini principali, basati sulle competenze chiave ICF, che forniscono linee guida per l’uso etico ed efficace dell’IA nel coaching:

1. Fondazione: stabilisce principi etici come trasparenza, equità e responsabilità, definendo la base etica per l’uso dell’IA nel coaching.

2. Co-creazione della Relazione: promuove la fiducia con i clienti, assicurando che siano informati sul ruolo dell’IA e che diano il consenso per il suo utilizzo.

3. Comunicazione Efficace: sottolinea l’ascolto attivo e la promozione della consapevolezza del cliente attraverso strumenti IA progettati per interazioni significative.

4. Coltivare l’Apprendimento e la Crescita: favorisce il raggiungimento degli obiettivi del cliente tramite monitoraggio, feedback e sviluppo di nuove competenze.

5. Garanzia e Test: si concentra sull’affidabilità e sull’efficacia dei sistemi IA, richiedendo test rigorosi per garantire qualità e usabilità.

6. Fattori Tecnici: copre sicurezza, privacy e resilienza, garantendo che i dati dei clienti siano protetti e che l’AI funzioni in modo affidabile.

Un coach che abbraccia la tecnologia senza rinunciare alla sua umanità avrà sempre un vantaggio: sarà la guida, non lo strumento. Questa è la differenza tra chi accompagna un cliente verso un cambiamento significativo e chi si limita a fornire una serie di passi “programmati”.

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